6 ottobre 2020

Blue Milk Agency

La digitalizzazione delle PMI e le paure degli imprenditori

Blue Milk Agency

La Digital Transformation è un cambiamento inevitabile, ma che nel nostro paese sta iniziando ora a prendere piede. Perchè? Quali sono le principali barriere all'innovazione? Cosa spaventa le aziende?

 

Quasi mai i cambiamenti sono visti di buon occhio.

 

Anche se non esiste la possibilità di crescita senza cambiamento, cambiare è una delle cose che riesce più difficilmente. Il motivo? Nessuno ci ha insegnato come si fa, ma soprattutto cosa succederà davvero una volta avvenuto. Il timore suscitato dall’incertezza è l’ostacolo maggiore.

 

Negli ultimi anni a seguito delle numerose scoperte e innovazioni, ma anche in risposta alla pandemia, tutti settori della vita quotidiana sono stati pervasi da novità: la digitalizzazione è una di queste. Il Covid-19 ha, infatti, messo ancora di più in luce l’importanza del digitale nel mondo e in Italia: nel nostro paese è un ambito in cui soffriamo ancora di un grave ritardo, che ci vede indietreggiare nella classifica europea, ma al quale stiamo iniziando a lavorare.

 

Sono tante le aziende che ad oggi non  hanno una cultura o una struttura digitale.

 

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

 

Stavolta si punta a cambiare il detto. Le aziende dovranno lasciare indietro anni di abitudini, routine e organizzazioni all’antica: fax, convegni, archivi, telefonate…tutto verrà sorpassato e le aziende ne sono consapevoli.

 

Tra il sapere e l’accettare, però, c’è di mezzo molto; cosa principale la paura.

 

Il concetto di innovazione

Secondo quanto emerso dalla ricerca condotta nel 2020 dall'Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, quasi tutti gli imprenditori analizzati (88%) considerano le innovazioni digitali come fattori imprescindibili alla crescita.

 

La consapevolezza dell’importanza è, dunque, assodata…peccato però che servano degli strumenti per realizzarla. Solo il 26% delle PMI si è rivelato digitalmente maturo. La colpa di questo contrasto è stata attribuita alla poca volontà di innovare.

 

Ancor prima del problema COVID, le previsioni statistiche riguardo l'investimento nel digitale erano, infatti, a ribasso. Il più grande ostacolo al cambiamento è perciò vederlo con timore; con la paura che si prova sia nel modificare le consuetudini, sia nel rischio a cui si va incontro.

 

“In un'epoca di cambiamenti drastici quelli che apprendono erediteranno il futuro. Coloro che hanno smesso di apprendere si troveranno splendidamente equipaggiati per confrontarsi con un mondo che non esiste più.”

ERIC HOFFER

 

Non c’è, però, molta scelta.

 

Leggendo quanto affermato da Eric Hoffer, risulta chiaro che chi non vorrà cambiare si ritroverà attrezzato per affrontare un mondo che, però, non ci sarà più.

 

Questi mutamenti vanno presi come evoluzione e come opportunità, ma, realisticamente, anche come modo di continuare a vivere rimanendo ancorati alla realtà.

 

Che cos'è la Digital Transformation?

Con il termine trasformazione digitale consideriamo, in tutti gli aspetti della società, l'insieme dei cambiamenti tecnologici, culturali organizzativi, sociali e creativi associati all'applicazione di tecnologie digitali. 

 

Conoscenze, competenze e figure specializzate 

Consapevoli della necessità di nuove figure al passo con queste novità, il 24% delle imprese soffre della mancanza di conoscenze e competenze. Le PMI italiane, sentendosi da meno in partenza, sono propense direttamente all’immobilità.

 

C’è una generale reticenza nei confronti dell’investimento della digitalizzazione aziendale: nel 18% dei casi non esiste una figura dedicata; nel 44% la cura delle tecnologie dell'informazione è presente, ma viene affidata al responsabile IT (gestione delle tecnologie informatiche: la gestione IT è la disciplina in base alla quale tutte le risorse informatiche di un'azienda sono gestite in base alle sue esigenze e priorità). 

 

Il digitale è considerato soprattutto come un modo utile per comunicare con i clienti o per vendere direttamente, quindi, spesso, è visto solo come strumento di presenza sui social o come piattaforma e-commerce.

 

Il 36% delle imprese dichiara di non avere un sito web e utilizza principalmente i canali social per promuovere la propria attività (l’89%) e il 76% degli imprenditori ritiene utile seguire corsi di formazione per migliorare le proprie competenze digitali e quelle dei collaboratori.

 

La soluzione a queste problematiche è seguita solo da una minima parte delle aziende intervistate: il 20% ha, infatti, inserito nel proprio team un Innovation Manager per coordinare l'evoluzione.

Inoltre, dotarsi di figure specializzate nei settori digitali, come per esempio esperti di sicurezza, di comunicazione e studio dei dati, è una scelta che ogni giorno appare sempre più indispensabile, ma che viene attuata solo dal 18% degli intervistati.

 

Il costo dell’investimento

Quanto detto fino ad ora si può sintetizzare con una sola ed unica affermazione, ovvero che economicamente non ne vale la pena.

Alcune delle PMI intervistate, l’11%, critica una mancanza di aiuti da parte delle istituzioni, ma oltre i due terzi di esse non conoscono gli incentivi statali recenti (si consiglia la lettura della descrizione del Sole 24 Ore su tutte le misure: https://wips.plug.it/cips/italiaonline.it/blog/cms/2020/06/incentivi-per-le-pmi-la-guida.pdf ).

 

Il 7% esprime difficoltà nella stima dei benefici, mentre il 27% è bloccato per i costi troppo elevati.

 

Ad oggi, sta cambiando qualcosa?

Gli ultimi anni, e in modo particolare gli ultimi scioccanti mesi, hanno dimostrato oltre ogni dubbio che la digitalizzazione è l’unica strada da intraprendere.

 

È necessaria questa trasformazione per le PMI italiane per due principali motivazioni:

per poter stare al passo con i big dell’economia mondiale che offrono servizi in rete;

per, e cosa più importante, tracciare un nuovo futuro.

 

Come in ogni evoluzione, percepire l'aggiornamento come qualcosa di evitabile o passeggero può rivelarsi un errore fatale.

 

Bisogna, quindi, ammettere che l’emergenza sanitaria, ha modificato improvvisamente l’organizzazione e la produttività di tutte le aziende, PMI italiane incluse.

 

Da un primo momento di incertezza e paura, ora sta iniziando la fase della realizzazione: le imprese italiane stanno iniziando a premere l’acceleratore sulla trasformazione digitale.

 

Come sono cambiati i consumatori?

La pandemia ha modificato le preferenze di acquisto dei consumatori: lo studio “Digital tools consumer survey” (commissionato da Facebook ed eseguito da Deloitte) ha rilevato che il 48% del campione analizzato in Italia ha aumentato gli acquisti online, il 49% ha ammesso di aver usato sistemi di pagamento digitale e il 56% ha rivelato di aver usato i social o le app di messaggistica per comunicare con le aziende.

 

Sono cambiati anche i settori: rispetto all’anno scorso, le persone acquistano online prodotti diversi, come alimenti, cosmetici e articoli per la casa.

 

Crescita delle attività locali

Il 57% dei consumatori italiani, nell’ultimo periodo, ha fatto acquisti presso imprese locali tenendo a mantenere questa abitudine. Il 30% ha trovato queste aziende grazie agli strumenti digitali, tra cui i social network come Facebook ma anche le ricerche su Google.

 

Luca Colombo, Country Director di Facebook Italia ha esplicitato quanto è importante per le imprese essere presenti online:

“Circa il 20% delle Pmi attive su Facebook a luglio ha dichiarato che nell’ultimo mese oltre il 50% del proprio business è stato realizzato attraverso i canali digitali”.

 

Il social network, infatti, a sostegno della digitalizzazione delle PMI, con particolare riferimento a quelle danneggiate dal Covid-19, ha lanciato il programma “Facebook business open days”. L’iniziativa è stata pensata per le aziende che vogliono prepararsi ad affrontare il cambiamento, approcciandosi efficacemente alla trasformazione digitale.

 

Cosa dovrà cambiare?

  1. 1. Comunicazione: il dialogo è alla base di un business di successo, a prescindere dal settore di appartenenza. Raccontare i cambiamenti e le novità al team sarà fondamentale per la riuscita.
  2. 2. Gestione: strumenti di organizzazione del lavoro (lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle durante il periodo di lockdown) sono fondamentali in questo mondo sempre più frenetico che si aspetta livelli di produttività sempre più alti.
  3. 3. Amministrazione: abbiamo avuto un primo assaggio con le fatture elettroniche, ma dovranno cambiare vari processi contabili e amministrativi per rendere tutto più veloce e funzionale.
  4. 4. Marketing: essere presenti online è oggi indispensabile; sfruttare gli strumenti di digital marketing rientra nelle necessità all'ordine del giorno.

 

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